Luca Attias

Commissario Straordinario per l'attuazione dell'Agenda Digitale

Luca Attias

Sono romano, trasteverino per la precisione, e proprio nella capitale affondano il 50% delle mie radici, il resto è itinerante tra Valencia, Livorno e Tunisi. Da piccolo me la cavavo discretamente in diversi sport e sognavo di diventare come il mio idolo, Pietro Mennea. E in un certo senso ci sono riuscito, la velocità e il lavoro intenso mi hanno sempre accompagnato. Mi sono laureato in ingegneria elettronica troppi anni fa a La Sapienza e poi l’IT è diventata la mia professione a partire da una sfidante esperienza tecnologica internazionale nel settore privato. Si è trattato di una avventura straordinaria dal punto di vista professionale ed è lì che il mio sangue analogico si è trasformato in digitale. Proprio lì, dal confronto con altre realtà internazionali, ho anche maturato la convinzione che nel nostro Paese persino nel privato ci fosse un serio problema di managerialità e di meritocrazia.

La crisi del settore e l’esigenza di sentirmi utile mi hanno condotto a provare un’esperienza pubblica, inframezzata da un master in ingegneria dell’impresa presso l’Università di Tor Vergata, quasi totalmente trascorsa presso la Corte dei Conti, dove, prima di unirmi al Team, operavo come Dirigente Generale della Direzione Generale dei sistemi informativi automatizzati e che mi ha permesso di raggiungere insieme ai miei colleghi e ai miei capi obiettivi preventivamente impensabili dal punto di vista progettuale, organizzativo, comunicativo, manageriale ed etico. Attualmente sono in aspettativa dalla Corte dei Conti.

Mi sono impegnato in tutti i modi possibili per l’introduzione e lo sviluppo a tutti i livelli di una “cultura della società dell’informazione”. Da anni mi spendo per aumentare la consapevolezza del nostro Paese sulla managerialità, la meritocrazia, la gestione delle risorse umane, la lotta alla corruzione e i rapporti di questi temi con l’IT, non riuscendo ad accettare perché nello sport e nell’arte (intesa nel senso più ampio possibile) hanno generalmente successo i migliori e nella PA ciò avviene molto raramente. Alcune mie frasi come “oggi come oggi la civiltà di un Paese si misura anche dal grado di digitalizzazione raggiunta”, locuzioni come “emergenza digitale” e “contaminazione digitale”, la misura della correlazione tra corruzione e mancata digitalizzazione, la teoria del filosofo digitale, gli spettacoli teatrali etico-managerial-digitali, la richiesta ufficiale a Stoccolma di un premio Nobel per l’IT, la formazione fatta un po’ ovunque a diverse migliaia di persone, sono solo alcuni dei miei tentativi di far diventare il tema del digitale stabilmente prioritario nell’agenda politica, pubblica e mediatica italiana.

Sono un maniaco della filosofia ad oggetti e del concetto di astrazione, la cui metabolizzazione, ritengo, di fatto, il primo requisito culturale di un manager del digitale.

Esisteva solo una possibilità perchè io decidessi di lasciare il mio amato team di lavoro presso la Corte dei Conti e Diego Piacentini lo sapeva bene.

Paola, la mia compagna e principale vittima di tutto ciò è di Firenze e lì sono nati Lorenzo e Andrea da cui sono “dipendente” come Robin Williams in Mrs. Doubtfire. Mentre io faccio il “filosofo digitale” tutti e tre mi umiliano dimostrando quotidianamente che in famiglia se c’è una vittima del digital divide, quello sono proprio io.

Data inizio: 31 ottobre 2018

Periodo previsto: fino al 31 dicembre 2019

Compenso su base annua: € 240.000

Registrazione in Corte dei Conti: 10 giugno 2019


Ultimo aggiornamento: 01/09/2019
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