Giovanni Ruggiero
Big Data Engineer
I miei primi passi nel mondo dell’informatica risalgono ai tempi del Commodore 64, regalo dei miei genitori, inconsapevoli delle conseguenze di quel dono. Imparai il BASIC grazie ad un corso in edicola e la creazione di piccoli programmi divenne il modo per trascorrere il tempo nella piccola città di provincia in cui crescevo, fino a quando avvenne il grande salto: un PC compatibile 386 con ben 4Mb di Ram e hard disk da 20 Mb,comprensivo di una esoterica scheda interna denominata “modem” capace di raggiungere la strabiliante velocità di 14.4 kbps. Prestazioni purtroppo inutilizzabili vista l’assenza di BBS locali ed i costi proibitivi delle telefonate interurbane. Ma la SIP aveva un subdolo modo per farmi diventare uno dei suoi maggiori contribuenti: ITAPAC.Fu così che entrai nel mondo della telematica alla mirabolante velocità di 2400 baud, essenzialmente per utilizzare McLink, storica BBS romana di cui sono ancora cliente.
L’università trasformò la mia passione in lavoro: iscritto al corso di laurea in Ingegneria civile, durante i miei studi i computer iniziarono a diffondersi sia come ausilio per i disegni tecnici che come strumento per il calcolo strutturale. Quest’ultimo utilizzo attirò molto il mio interesse, in particolare l’uso del metodo degli elementi finiti, permettendomi sia di realizzare una tesi di laurea sugli stati piani di tensione che di collaborare con una societa di software spagnola per la creazione di un modulo in Fortran del loro software strutturale.
Dopo l’università, divisi il tempo tra l’insegnamento in corsi di formazione su internet e lo studio della programmazione ad oggetti, fino alla vincita di un concorso per Ingegnere Direttore al Ministero delle Finanze, all’interno di quello che all’epoca si chiamava Dipartimento del Territorio.
Vi restai 20 mesi.
Nel 2001 decisi che non era il tipo di lavoro adatto a me e rinunciai per diventare responsabile dello sviluppo software in una piccola società di informatica, la cui peculiarità era l’utilizzo di Progress, una piattaforma software dotato di un 4GL proprietario. Ci occupammo di vari progetti, di diversa grandezza, probabilmente il piu’ importante fu l’automazione forza vendita dei Monopoli di Stato.
Dopo un paio d’anni lasciai la società per diventare consulente. Nel 2005 iniziai la mia collaborazione con Exprivia, all’epoca AISoftware, all’interno di un piccolo gruppo autonomo che aveva sviluppato un motore proprietario di NLP con il contributo di docenti dell’Università di Tor Vergata. In quegli anni mi avvicinai a Scala. L’interoperabilità con Java e l’autonomia del gruppo di lavoro mi consentirono di introdurlo nel lavoro quotidiano, dapprima in piccole utility interne ed in seguito in un progetto sulla simulazione di sensori per conto di Selex.
Nel 2012 venni a sapere che ad Amsterdam era stata creata Eligotech, una startup finalizzata allo sviluppo di prodotti nell’ambito Big Data, settore all’epoca praticamente sconosciuto in Italia, utilizzando Scala. Quando vidi la loro ricerca di personale, decisi di provare e in breve mi ritrovai immerso nel clima olandese. Da quel giorno, Hadoop, Spark e affini sono diventati il mio mondo. Sviluppammo Harpoon, un prodotto BI per l’ingestion e l’analisi di dati provenienti da fonti eterogenee, probabilmente uno dei primi prodotti di quel genere in Europa. In seguito la società si è fusa con un’azienda di data analysis ed il focus si è spostato su progetti Big Data nel mercato italiano.
Quando ho avuto l’occasione di unirmi al Team Digitale, ne sono stato entusiasta: avere l’opportunità di contribuire in Italia a cambiare le cose per me è impagabile. Non so dove riusciremo ad arrivare col nostro lavoro, ma un giorno potremo dire di aver aperto una strada e quando i miei figli mi chiederanno cosa ho fatto per contribuire a migliorare la nostra societa’, saprò cosa rispondere.
Data inizio: 4 ottobre 2017
Periodo previsto: fino al 31 dicembre 2019
Compenso su base annua: € 72.000
Registrazione in Corte dei Conti: Il decreto di nomina è in fase di registrazione presso la Corte dei Conti